UNA VACANZA LUNGA 7000 km Australia


Sono contentissima di presentarvi una mia ex compagna di banco, una carissima amica, nonché viaggiatrice, camperista e da poco reduce da una vacanza on the road in Australia.
Lei si chiama Anna, ha 29 anni vive ad Osimo e a Dicembre ha deciso con il suo ragazzo di raggiungere la lontanissima terra dei canguri.


Ecco dove ci porterà Anna:
 
1.   ROMA-SYDNEY con CHINA SOUTHERN
 
2.  SYDNEY- BYRON BAY – SURFERS PARADISE – BRISBANE  con GRAYHOUND
 
3.   BRISBANE – ALICE SPRINGS con volo interno QANTAS
 
4.   EMU TOUR di ULURU E KINGS CANYON
5.   ALICE SPRINGS – ADELAIDE volo interno QANTAS
6.   ADELAIDE-KANGAROO ISLAND – PORT FAIRY – MELBOURNE – PHILLIP ISLAND – GREAT OCEAN ROAD – MOUNT GAMBIER – KIAMA auto a noleggio
ALCUNE INFORMAZIONI UTILI:
Abbiamo prenotato i voli interni dall’Italia per un unico motivo, credevamo di non trovare posto o tariffe più alte data l’alta stagione e il periodo natalizio, ma conviene comunque acquistarli la, dato che hanno prezzi sempre vantaggiosi. Anche il tour nel deserto lo abbiamo prenotato dall’Italia e comunque sia costa uguale se lo prenotate da la direttamente!
La benzina costa più o meno 1 euro al litro, quindi se siete almeno in due è abbastanza conveniente affittare un auto e ancora più conveniente e dormire nei campeggi, il cui prezzo varia dai 20dollari ai 40 dollari a notte,  e in generale sono riforniti di tutto dalle cucine da campo, barbeque e bagni pulitissimi, gli australiani sono malati di camping!
Da Sydney a Brisbane abbiamo preso la linea di autobus Greyhound ma se cercate bene ne troverete altre che danno lo stesso servizio ad un prezzo un po' più basso, prenotabile direttamente da la !
UNA VACANZA LUNGA 7000 KM.
1. Dopo tanti forse, qualche no ed un si che non arrivava mai, abbiamo deciso di fare la vacanza della vita: Australia stiamo arrivando!
Con un volo della CHINA SOUTHERN, anzi scusate 3 voli, sbarchiamo a Sydney in mattinata lasciandoci alle spalle un freddo cane e trovandoci di fronte un cielo meraviglioso e ben 40 gradi!
Sydney è una città stupenda molto a portata d’uomo, il centro città è molto centro città, dato che trovi tutto li, l’Opera House, il bellissimo ponte, il The Rocks, tutti i negozietti e il mare..






















 
Appena arrivati in ostello ci siamo resi conto che 30 ore di volo non sono poi cosi facili da digerire, quindi cenetta e giro tranquillo per la città, che di sera è favolosa, scintillante e assolutamente romantica..
2. La mattina successiva prendiamo l’autobus a due piani per visitare la città, 4 ore di tour, un sole cocente e una "rosciolata" che non dimenticherò mai.
Decidiamo poi di prendere l’autobus Greyhound per raggiungere la città di Brisbane, ma dato che le due città distano “solo” 1000km decidiamo di fare un paio di stop, grazie al biglietto Hop on- Hop off che ti permette, prenotando prima, di fare tutte le fermate che vuoi!
La scelta cade su Byron Bay e Surfers Paradise due località lungo la Gold Coast.
 



























Dopo 11 ore di pullman arriviamo a Byron Bay, città di altri tempi, con un cielo che non promette niente di buono.
La città e stranissima, surfisti a non finire ma la cosa che più ti colpisce è che è una città new age, ma davvero new age, lo si vede dalla moltitudine di gente che cammina scalza, Dio solo sa come fanno con il cemento che sale più o meno a 200 gradi, dai negozi che vendono mille cose particolari, pietre curative, profumi incenso.. una città davvero assurda.
Ma la parte bella di Byron Bay deve ancora arrivare.
Decidiamo di andare a fare un mini tour nella città di Nimbin, popolata da hippy che vivono ancora come negli anni '60.
Sarà fantastico ci diciamo..ma non credevamo cosi fantastico!!
 
Saliamo a bordo di un pulmino della pace con un gruppo di ragazzi di ogni nazionalità del mondo..e partiamo!
Prima di arrivare in città, ci fermiamo in una zona pluviale per vedere una piccola cascata,ok niente di che, ma lo dovevo dire!




Arriviamo a Nimbin  e mi rendo conto che è il posto più assurdo che io abbia mai visto, tutto quello che avevamo letto era vero!



Tutta la città si concentra su un’unica via ricca di negozi e di vita, ma la cosa più fantastica è il museo della città dove all’interno c’è ogni genere di cosa, da manichini vodoo, a scimmie appese per aria, non è a pagamento se vuoi puoi lasciare un’offerta ma anche se lo fosse stata, ne sarebbe valsa assolutamente la pena.

Dopo un maxi hamburger offerto da loro, ci rimettiamo in marcia per tornare in città!!




Alle 6 di mattina, riprendiamo il pullman e arriviamo a Surfers Paradise, magari dirò una boiata pazzesca, ma è una piccola Miami.
Sole stupendo, grattacieli e mare spettacolare! Posso dire senza ombra di dubbio che quello è stato il primo e l’ultimo vero giorno di vacanza!

La città di per se non ha molto, ma è semplicemente fighissima!
A malincuore si riparte, destinazione Brisbane dove ci ospita un nostro amico che ora vive lì.
Brisbane è molto carina come città, molto movimentata, abitata per lo più da ragazzi di ogni nazionalità in cerca di gloria!


Nel pomeriggio andiamo a visitare il Lone Pine Koala Sanctuary una riserva dove vivono indisturbati centinaia di canguri e koala, dove puoi dar loro da mangiare



Ovviamente foto di rito con in braccio il koala che non sono poi cosi tanto amichevoli, anzi!






















3. E dopo un paio di giorni si riparte e iniziamo davvero la nostra avventura!
Con l’aereo raggiungiamo Alice Springs e  noi che ci sentiamo come Bianca e Bernie nella terra dei canguri, mettiamo piede nel deserto australiano, ci guardiamo intorno e non c’è davvero nulla, solo una distesa di sabbia rossa e qualche arbusto bruciacchiato!
Anche la città di Alice Springs non ha niente di speciale, tranne che proprio qua assaggiamo per la prima volta carne di canguro e salsicce di cammello!Buona..se poi non ti fai prendere dai sensi di colpa per aver mangiato quegli esserini tanto carini!
4.Arriviamo in ostello e il giorno dopo a bordo di un pullman, ci avventuriamo lungo le interminabili strade desertiche per raggiungere la famigerata Uluru!
Panorama stupendo, il secondo monolite più grande del mondo, ovviamente il primo si trova sempre in Australia, che cambia colore a seconda dell’intensità della luce!
Ci facciamo un bel giretto a piedi lungo il suo perimetro, giusto  6 km di camminata sotto un sole che darebbe fastidio anche ad una lucertola e con uno sciame di mosche che non ti lascia mai in pace!






















Ma, nonostante le mosche, quel posto è davvero magico!
Abitato nel corso del tempo dagli aborigeni, dove puoi ammirare piccole grotte nascoste e disegni, tanto magico per la gente del posto che ci sono parti dell’Ayers Rock che non si possono nemmeno fotografare!
Dopo questa passeggiatina salutare, dovremo pur mangiare qualcosa, e ci dirigiamo verso un’area li vicino per ammirare meglio il monolite al tramonto, e questa è davvero un’esperienza fantastica!
Ma le sorprese non finiscono qua, rifocillati, ripartiamo verso l’area dove campeggeremo la notte!
Ok sapevamo già che avremo dormito con il sacco a pelo nel deserto, ma una cosa è dire una cosa è fare.
Accantonando ogni mia più recondita paura, stendiamo i sacchi a pelo e ci stendiamo sotto un cielo mai visto prima, dove il numero di stelle che vedi supera di parecchio quello che potresti immaginare!
Scampata la visita di creature desertiche striscianti e non durante la notte, ci svegliamo all’alba, ricca colazione e ripartiamo alla volta di Kata Tjuta,  la sorella minore dell’Ayers Rock.



Passeggiata sfiancante ripaga il panorama mozzafiato!
Si dice che i due monoliti siano collegati nel sottosuolo, e che scendano fino a 6 km di profondità: incredibile!
Ci rimettiamo in marcia e arriviamo al campo base dove avremo passato la notte, senza sacco a pelo, ma in una tenda che sembrava uscita da un set di film di guerra del Vietnam!

Dopo aver mangiato andiamo a dormire perché l'indomani ci aspetta il Kings Canyon.
Se tutto quello che abbiamo visto fino a qua è stato fantastico, il Kings Canyon ci toglie il fiato!




















Creato da un cedimento della montagna, il Kings Canyon è veramente stupendo! Ma come tutte le cose meravigliose, per visitarlo dobbiamo affrontare una ripidissima salita di circa un quarto d’ora, dove l’unica cosa che pensi è che sicuramente non ce la potrai fare!
Armati di scarpe da trekking e tanto coraggio, arriviamo in cima e da li il panorama è stupendo, ti aspetti che da un momento all’altro esca un t-rex pronto a mangiarti!

 



















Tutto intorno vedi arbusti bruciacchiati e alberi della gomma, un sole cocente che mezzo bastava e dirupi profondissimi!
Camminiamo sempre accompagnati dalla nostra noiosissima guida, fino ad arrivare al Garden of Eden, un giardino nascosto, che si raggiunge passando per delle scalette di legno non adatte ai deboli di cuore, creato dall’acqua piovana che si raccoglie in questa piscina naturale ed è l’unico posto del canyon che ospita diverse specie animale, dalle ranocchie ai pesci, e che ha una vegetazione verde e rigogliosa.
Davvero stupendo ma si riparte!
E' caldissimo e ci siamo accorti che le scarpe da trekking non fanno per noi!
E così finisce il nostro tour nel deserto, più aspetti positivi che negativi in ogni caso, una cosa da fare almeno una volta nella vita.
5. Il giorno seguente prendiamo un altro aereo per raggiungere la città di Adelaide, dove ci aspetta la nostra Kio Rio rossa fiammante!
Gasatissimi che finalmente potevamo goderci gli ultimi 12 giorni in completa autonomia, ci ritroviamo prestissimo a fare i conti con un problema: la guida a destra.
Panico!
Ogni volta che vuoi mettere la freccia, azioni i tergicristalli e viceversa, non capisci da che parte devi sorpassare e ti senti un completo idiota, ma nonostante tutto facciamo i nostri primi 130 km e arriviamo indenni al porto di Cape Jervis e con una fortuna sfacciata riusciamo a prendere l’ultimo traghetto per la tanto agognata Kangaroo Island.
Arriviamo dopo un’oretta e ci sistemiamo in ostello, ma prima perché non farsi una bella mangiata di pesce?
Peccato che gli australiani mangiano come se fossero sempre in ospedale e noi che belli belli arriviamo al ristorante alle 8.30 ci sentiamo dire che l’unica cosa che hanno disponibile è un banalissimo fish&chips.
Vada per il fish-and-chips!


6.L’indomani si parte alla scoperta dell’isola, che offre dei paesaggi indimenticabili, proprio quelli che si vedono nelle cartoline.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Andiamo  a visitare una delle riserve naturali di leoni marini più grande del mondo, dove attraverso una passerella, raggiungi la spiaggia dove passano la maggior parte del loro tempo.
Con una guida che sembrava diventata anche lei ormai un leone marino, scendiamo in spiaggia e ci emozioniamo a vedere questi animali stupendi nel loro habitat naturale ad una distanza di appena 5/6 metri!
Peccato il tempo che non è proprio dalla nostra parte, freddo bestiale e un vento che ti porta via!

Finita la visita continua la nostra esplorazione, e ci addentriamo nel Flinders Chase National Park, dove scopriamo che non è tutt’ora ciò che luccica!
Paghiamo il biglietto del parco e decidiamo di passare la notte in uno dei campeggi all’interno.
Sono le 5.00 di pomeriggio, troviamo la nostra piazzola, montiamo la tenda e poi scopriamo che il ristorante o bar più vicino si trova solo a 100 km di distanza: intorno a noi il nulla!
Ma soprattutto non avevamo provviste per la  cena, solo un kit kat.
Niente paura!
La notte passerà presto, si come no, pioggia fino al mattino!!!
Felici di essere sopravvissuti, come se fosse stata l’ultima notte della nostra vita, ripartiamo e andiamo a visitare le famosissime Remarkable Rocks, un complesso di rocce naturali erose dal mare e dal vento che le rendono uniche al mondo.
Non è affatto consigliabile avvicinarsi, dato il vento velocissimo che soffia, ma noi ignari dei suggerimenti scritti nel cartello, le andiamo a vedere da vicino e ci scattiamo le solite foto da turisti.
 
Prossima tappa: l’Admirals Arch!
Un posto a dir poco stupendo, un arco naturale a cui vi si accede percorrendo una scalinata, immaginatevi un vento da paura e un oceano che urla, un mare con delle onde mai viste e qualche leone marino che si riposa al riparo dalla pioggia.. emozionante!
Tutto questo se riuscite a visitarlo con il naso ben chiuso, data la puzza nauseabonda di non so che cosa!!
 
Lasciamo Kangaroo Island con un po’ di tristezza per non averla visitata con il bel tempo, ma felici di aver visto un posto così “naturalmente” magnifico!
Ritorniamo sulla terra ferma, e prima di imboccare la famigerata Great Ocean Road ci fermiamo a Mount Gambier, un paesino a 500 km a sud di Melbourne dove decidiamo di passare la notte.
Il tipo del campeggio ci dice di andare a visitare il Blue Lake, un lago dal colore blu turchese un po’ insolito, accettiamo il consiglio e partiamo, credendo che fosse un lago come un altro, soltanto un po’ più blu.
 
Ma quando ce lo troviamo davanti il blu era di un blu innaturale!
Si tratta di un lago che formatosi in un cratere di un vulcano e che a causa di particolari cristalli assume questo colore!
Ma è un fenomeno che avviene solo d’estate, quindi se ci andrete da aprile a novembre vi apparirà come un semplice lago vulcanico!
Le città lungo la costa per raggiungere Melbourne sono tutte molto carine, perlopiù cittadine di pescatori, molto curate e interessanti da visitare.
Noi abbiamo scelto Port Fairy, dichiarata nel 2012 la cittadina più vivibile del mondo, ed è vero.
Hanno un fiume navigabile che sfocia direttamente nell’oceano, è circondata da un parco nazionale con una ricca fauna marina ed un imponente faro, situato su questa spiaggia nera e rocciosa.
Anche qua, peccato la comunità foltissima di mosche che la abitano!
Imbocchiamo finalmente la Great Ocean Road,  giustamente molto rinomata, dato che è una strada lunga 250 km nello stato del Victoria, e che costeggia un litorale roccioso e caratterizzato da strapiombi a picco sul mare e faraglioni, ma non sono come quelli a cui siamo abituati noi, sono davvero molto ma molto più grandi!
Entriamo nel Port Campbell National Park che ospita alcune delle più celebri attrazioni, come i dodici apostoli,che a dirla tutta proprio dodici non sono.
Gibson Step  che con una scalinata  ricavata dalla roccia, ti permette di raggiungere una spiaggia incontaminata, racchiusa tra due scogliere, e Loch and Gorge conosciuta come il luogo di un disastroso naufragio, nemmeno tanto difficile da immaginare date le caratteristiche di quel luogo e il mare perennemente minaccioso!
 
A causa di problemi logistici e non per volere, passiamo il nostro Natale australiano a Melbourne, che altro non è che una metropoli.
Molto carina dal punto di vista strutturale perché è distribuita lungo un fiume, ma poco vivibile come qualsiasi altra grande città!
L’aria natalizia si sente poco, nonostante i festoni e gli addobbi, ma è troppo caldo per accorgersi che è davvero Natale!
Rimaniamo li un paio di giorni e la mattina all’alba del 26 Dicembre ci mettiamo in marcia direzione Phillip Island, meglio conosciuta come luogo che ospita il circuito del Grand Prix di moto.
Un cielo sereno ci accompagna in questi due giorni, finalmente, gironzoliamo intorno all’isola nell’attesa di partecipare alla famosissima Penguin Parade.
 
Visitiamo il Nobbles Centre, un centro di ricerca molto famoso che ospita una numerosa colonia di leoni marini.
Mentre passeggiamo lungo la passerella ci imbattiamo in tre simpatici abitanti del luogo: tre pinguini minori se ne stanno all’ombra riparati dal vento sotto la passerella, cosi abbiamo modo di fotografarli e guardarceli per bene, in barba alla Penguin Parade dove non è possibile fare foto!

Come al solito, luoghi mozzafiato e un sole cocente!

 

 


















Arrivata la sera ci vestiamo come se andassimo al polo nord per aspettare questi minuscoli pinguini uscire dall’acqua.
Avevamo già prenotato online la visita, che è sempre consigliabile, e aspettiamo più o meno mille ore, al freddo l’arrivo degli animaletti.
Ed eccoli spuntare dalle onde, carinissimi ma minuscoli, tanto che un gabbiano è più o meno il doppio di loro.
Il giorno successivo lasciamo l’isola, e raggiungiamo la cittadina di Eden, posto significativo per l’avvistamento di balene, che noi  ovviamente non abbiamo visto, dato che attraversano l’Australia da Aprile a Novembre!
Visitiamo nel pomeriggio il museo della città, il Killer Whale Museum che ospita lo scheletro di Old Tom, un’orca marina che secondo la leggenda divenne la mascotte della città, perché aiutava i pescatori a far entrare i pesci grossi nel porticciolo, spingendoli verso la costa e aiutandoli nella pesca e questa leggenda la rese così famosa tanto da dedicarle un intero museo!

Proseguiamo lungo questo magnifico tratto di costa che alterna spiagge lunghissime e pareti rocciose, piccoli villaggi di pescatori, taglialegna e tanto ma tanto verde; così arriviamo nella città di Kiama!
Kiama è rinomata per un sfiatatoio naturale, tra l’oceano e la scogliera che grazie alla forza delle onde, spruzza acqua fino a 60 metri.
Decine e decine di persone ammassate nella speranza di fotografare il momento dell’eruzione, un boato continuo.
La città è davvero molto carina, unica pecca, nel raggio di 100km non riusciamo a trovare una sistemazione per passare la notte: campeggi, hotel, motel o posti sotto un ponte terminati.
Più di cento chiamate e niente, non avevamo fatto i conti che era il 30 dicembre, e che gli australiani appena hanno un attimo vanno in campeggio!
Ultima telefonata, ultima speranza, troviamo posto a 70 dollari a notte, in un campeggio a circa 100 km da Sydney, più o meno 100 km da dove eravamo noi, quindi non ci rimane altro da fare che accettare e pagare.
Ultimo giorno, Sydney, lasciamo la macchina all’aeroporto, e ci ri-visitiamo la città.
Dopo aver passato quasi tutta la mattina in un negozio di Didjeridoo, e dopo aver realizzato il sogno del mio ragazzo, cioè comprarsi un Didjeridoo australiano originale, decidiamo di passare il pomeriggio allo zoo: scelta pessima.
Lo zoo sta dall’altra parte della baia e ci si arriva con il traghetto, ma non è proprio quello che ci aspettavamo!
Noi che fino ad ora avevamo degli australiani un’idea idilliaca sul loro rapporto con gli animali, ci siamo dovuti ricredere: gabbie piccole e tenute male, sali-scendi per visitarlo, insomma un sacco di soldi buttati.
Unica cosa positiva la location, dato che dallo zoo si ha una vista spettacolare su Sydney e la sua baia.

Riprendiamo il traghetto e torniamo in centro, e ci accorgiamo che tutto il porto e la zona dell’Opera house erano stati barricati e noi come due perfetti rincitrulliti, usciamo dalle transenne per mai più rientrare, perdendoci cosi tutto il mega spettacolo pirotecnico che offre la città!
Alla fine non tutti i mali vengono per nuocere: la metro in certe ore non avrebbe funzionato e i taxi erano assolutamente imprendibili, e per noi che l’indomani avevamo un aereo da prendere poteva essere un problema.
Cosi ci dirigiamo direttamente in aeroporto, dove passeremo il capodanno con altre decine di estranei, assonnati e stanchi intorno a noi.
Il viaggio finisce qua, è stato davvero indimenticabile e porteremo con noi ricordi indelebili.
La cosa che più ho apprezzato??
Il loro stile di vita pieno di allegria, serenità e naturalezza.
Che cosa gli ruberei all’Australia??
Il loro attaccamento al paese e a tutto ciò che ne fa parte, dal suo ecosistema a quel pochissimo di storia che hanno. C
Cosa non rimpiangerò??
Una sola ed unica cosa: LE MOSCHE!!!
 
 

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